Il volontariato al tempo del Covid: l’esempio di Eva Alpago

Articolo scritto da Marco D’Incà di News in Quota – qui

In un’epoca scandita dal Coronavirus, il rischio di contagio è dietro d’angolo: vale per gli operatori socio-sanitari, gli infermieri, i medici. E pure per i volontari. Specialmente per chi è impegnato nell’attività di soccorso sanitario. Come l’associazione Eva Alpago. 

«Ci siamo trovati ad agire in presenza di pazienti che, in molte occasioni, erano positivi al Covid – spiegano dalla sede -. Nonostante le precauzioni adottate, anche sulla base delle istruzioni impartite dal Suem 118, il virus minaccia soprattutto gli operatori che salgono in ambulanza».

Non a caso, l’associazione si è prodigata per garantire ogni forma di tutela suggerita dal sistema sanitario con particolare riferimento all’abbigliamento: «In più, grazie all’impegno del dottor Trillò, responsabile del Suem 118, è stato possibile vaccinare la quasi totalità dei volontari e le famiglie». 

Le azioni di prevenzione che Eva Alpago ha messo in campo sono state possibili anche grazie al sostegno di alcune attività economiche del territorio. Senza dimenticare le donazioni di privati: «In particolare la società Pian Longhi del Nevegal che ha sostenuto i costi per l’acquisto di magliette e felpe; la Beyfin di Ponte nelle Alpi, che ha fornito il gasolio di riscaldamento; la Banca di Cortina, che ha permesso l’acquisto del box spogliatoio per la sanificazione delle divise. Senza considerare l’Anpas, ente di cui fa parte Eva Alpago e che raggruppa le principali realtà del terzo settore. E attraverso cui il Comitato regionale ha concesso in comodato d’uso gratuito una Fiat Panda: l’auto consente di svolgere una serie di servizi a supporto dell’attività dell’associazione».

Insomma, l’impegno di Eva Alpago non va mai in quarantena. Anzi: «Attendiamo solo che l’Asl possa quanto prima rinnovare la convenzione che regola i rapporti con l’associazione, convenzione scaduta nel 2018 e successivamente prorogata».